“Jeans Sostenibili: alla ricerca dell’equilibrio tra Stile, Iconicità e Sostenibilità”

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Di Silvana Ranza

Il jeans è senza dubbio uno dei capi di abbigliamento più iconici e diffusi al mondo. Non importa quale sia il tuo stile personale o la tua età, è probabile che tu abbia almeno un paio di jeans nel tuo armadio. La sua popolarità travalica le barriere culturali e geografiche, rendendolo un simbolo universale di moda e versatilità. i  jeans si  adattano a qualsiasi situazione, dal casual all’elegante, dal lavoro al tempo libero. I jeans si possono indossare con una t-shirt per un look informale, o abbinarli a una camicia e una giacca per un’occasione più formale. Sono un capo senza tempo che si adatta a diverse tendenze e stili di moda. Nel tempo i jeans hanno avuto un enorme impatto culturale, trasformandosi da indumento di lavoro ad un’icona di moda. Hanno incarnato la ribellione giovanile negli anni ’50 e ’60, diventando un simbolo di protesta e di lotta per i diritti civili. Nel corso degli anni, sono diventati un elemento chiave nella cultura popolare, apparendo in film, canzoni e opere d’arte, e diventando un simbolo di libertà, individualità e autenticità.

Storia del jeans: com’è nato uno dei vestiti più amati di sempre?

Il termine “blue jeans” probabilmente deriva dalla frase “Blue de Genes”, che significa “blu di Genova”. Durante le grandi migrazioni intorno all’ottocento, la tela blu di Genova arrivò in America, dove fu utilizzata per creare abiti da lavoro per minatori, agricoltori e cercatori d’oro. Fu proprio qui che il nome originario si trasformò in “blue jeans”.              La nascita del tessuto “denim”, utilizzato per la produzione dei jeans, risale al XVIII secolo in Francia con il “serge de Nîmes”, che letteralmente significa “tessuto di Nîmes”. Nel corso del tempo, il termine fu anglicizzato in “denim”. Il denim divenne il tessuto predominante utilizzato per i jeans grazie alla sua resistenza e durata.       Successivamente, Levi Strauss, un imprenditore di origine tedesca, utilizzò il denim per creare i famosi jeans. L’idea geniale di rinforzare le tasche con rivetti in metallo, unita alla resistenza del tessuto, diede vita ai jeans come li conosciamo oggi. Inizialmente, i jeans erano abiti robusti destinati ai minatori e ai lavoratori manuali, ma ben presto divennero un simbolo di ribellione giovanile e si inserirono nella cultura popolare diventando un’icona di moda indiscussa a livello mondiale.

Produzione di jeans:

La produzione dei jeans coinvolge diversi processi. Tutto ha inizio con la scelta del tessuto denim, che viene solitamente realizzato con una combinazione di cotone e fibre sintetiche. Successivamente, il tessuto viene tagliato e cucito per creare il modello dei jeans desiderato. La fase di produzione richiede l’utilizzo di macchinari e manodopera. La crescente domanda globale di jeans ha contribuito alla nascita di distretti produttivi concentrati principalmente nel sud est asiatico, dove si svolgono tutte le fasi della filiera di produzione. Queste regioni sono diventate importanti hub per l’industria dei jeans grazie a  diversi fattori, tra cui il costo del lavoro più basso, la disponibilità di risorse e materiali, nonché la presenza di un’ampia base di manodopera specializzata e per lo più assenza di leggi  a tutela dell’ambiente. Questo è un approccio molto aggressivo, orientato esclusivamente  alla quantità e al profitto.

Impatto ambientale dei jeans:

Purtroppo, la produzione di jeans ha un impatto significativo sull’ambiente. Durante il processo di produzione, vengono utilizzate grandi quantità di acqua per la coltivazione del cotone e per la tintura del tessuto.La produzione di un singolo paio di jeans può richiedere una quantità significativa di acqua. Stime recenti indicano che possono essere necessari tra 8.000 e 9.000 litri di acqua per produrre un paio di jeans, considerando tutti i processi di coltivazione del cotone, produzione del tessuto, tintura, lavaggio e finitura.                              La maggior parte del consumo di acqua si concentra nella fase di coltivazione del cotone, poiché il cotone è una coltura che richiede molta acqua per crescere. Questo consumo elevato di acqua rappresenta una sfida significativa in termini di sostenibilità ambientale. Inoltre, l’industria dei jeans consuma una quantità considerevole di energia e utilizza sostanze chimiche nocive, come coloranti e finiture, che possono inquinare l’acqua e danneggiare l’ecosistema circostante.

Statistiche sulla produzione dei jeans:

Le statistiche indicano che la produzione annuale di jeans nel mondo raggiunge cifre incredibili. Si stima che siano prodotti circa 3  miliardi di paia di jeans ogni anno. Questo elevato volume di produzione ha conseguenze significative sull’ambiente, dall’uso massiccio di acqua e energia, allo sversamento di grandi quantità di  prodotti chimici fortemente inquinanti nei fiumi e nei mari per la tintura e per la lavorazione,  all’emissione di gas serra nel processo produttivo oltre all’ inevitabile  generazione di rifiuti tessili.

Nuove strategie per un’economia sostenibile:

I crescenti effetti dei cambiamenti climatici stanno innescando una trasformazione nella consapevolezza e nella sensibilità globale. Le conseguenze tangibili dell’aumento delle temperature, degli eventi meteorologici estremi e della perdita di biodiversità hanno reso evidente l’urgenza di affrontare la crisi climatica. Questo scenario ha generato una nuova consapevolezza tra le persone di tutto il mondo. Stiamo prendendo atto delle conseguenze delle nostre azioni sull’ambiente e stiamo realizzando l’importanza di adottare comportamenti più sostenibili e responsabili.                                                                                      

Un numero sempre crescente di consumatori consapevoli, tra cui tanti giovani,  sta esercitando una forte influenza sulle politiche di produzione. e anche per quanto riguarda l’acquisto dei jeans i consumatori, attenti alle questioni di sostenibilità, stanno guadagnando potere nel plasmare le decisioni aziendali. Le loro scelte mirate verso marchi e prodotti sostenibili spingono i grandi produttori a rivedere e migliorare tutti gli aspetti della filiera produttiva. Questa tendenza ha stimolato le aziende a investire in nuove strategie, innovazioni e soluzioni che riducono l’impatto ambientale, aumentano la trasparenza nella filiera produttiva e promuovono condizioni di lavoro etiche e sostenibili lungo tutta la catena di approvvigionamento.

I grandi produttori di tessuti stanno investendo in ricerca e sviluppo per scoprire nuovi materiali sostenibili, come il cotone biologico, il Tencel (fibra di cellulosa) o il denim riciclato. Inoltre, stanno cercando di ridurre l’uso di sostanze chimiche dannose, di limitare il consumo di acqua ed energia durante i processi produttivi e di adottare pratiche di gestione dei rifiuti più responsabili, come la Candiani azienda tutta italiana che ha realizzato un nuovo tessuto sostenibile al 100% con la tecnologia COREVA™ è davvero circolare. Le materie prime diventano tessuto, che arrivato al suo fine vita può tornare alla natura senza impattare sull’ecosistema, trasformandosi in compost e servendo da fertilizzante per nuove materie prime.

Conclusioni

È innegabile che la risoluzione dei problemi legati ai cambiamenti climatici richieda un impegno significativo da parte degli Stati e dei Governi a livello mondiale. Tuttavia, mentre aspettiamo che la politica si attivi, ognuno di noi può fare la propria parte per affrontare la crisi climatica e promuovere un futuro sostenibile.

I consumatori detengono un enorme potere nel promuovere o bocciare i prodotti che acquistano. Le nostre scelte di consumo possono avere un impatto significativo sull’industria e guidare il cambiamento verso la sostenibilità. Quando optiamo per prodotti e marchi che adottano pratiche sostenibili, trasmettiamo un segnale chiaro al mercato. Le aziende rispondono alla domanda dei consumatori, e se la richiesta di prodotti sostenibili aumenta, esse saranno spinte a migliorare le proprie politiche e a offrire alternative più eco-friendly.  Allo stesso modo, se rifiutiamo prodotti che non rispettano l’ambiente o le persone, mettiamo sotto pressione le aziende a cambiare le loro pratiche. I consumatori possono fare sentire la propria voce attraverso il boicottaggio di prodotti dannosi per l’ambiente o che sfruttano il lavoro dei dipendenti.

La responsabilità di guidare il cambiamento non ricade solo sulle aziende,  e sulla politica, ma anche su di noi come consumatori. Ogni volta che facciamo una scelta consapevole, contribuiamo a modellare il mercato verso una maggiore sostenibilità.

Quindi, sfruttiamo il nostro potere di acquisto per premiare le aziende che adottano pratiche sostenibili e per porre un freno a quelle che non lo fanno. Ogni acquisto è un voto, e insieme possiamo creare un impatto positivo sul pianeta e sulla società, promuovendo un’economia che rispetta l’ambiente e il benessere di tutti. Inoltre, nel fatto specifico,  possiamo considerare l’acquisto di jeans di seconda mano o vintage. Questo promuove il concetto di economia circolare, estendendo la vita utile dei prodotti e riducendo il consumo di risorse necessarie per la produzione di nuovi jeans. Anche le piccole azioni possono fare la differenza.  Mentre chiediamo agli Stati e ai Governi di agire, assumiamo il ruolo di agenti di cambiamento e facciamo la nostra parte per creare un futuro sostenibile per tutti.

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